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Comunicare in sala parto. Basta l’empatia ?

Crippa
Comunicare con la futura mamma prima, durante e dopo il parto è fondamentale affinché tutto si svolga nel migliore dei modi, anche in caso di criticità. E’ la sintesi della relazione che la dr.ssa Lucia Crippa, ostetrica in servizio presso l’ospedale A. Manzoni di Lecco ha presentato al convegno “Il danno perineale da parto”. “La comunicazione è circolare in sala parto deve essere empatica. Vanno rilasciate poche, essenziali e realistiche informazioni atte ad avere l’attenzione e la fiducia della paziente. Essere empatici, entrare nella sfera cognitiva della donna. Deve essere priva di giudizi, ciò ci permette di essere su un piano simmetrico rispetto alla donna. La comunicazione è cura, coinvolgere la futura mamma è già un percorso di cura, e non è mai tempo sprecato. La pandemia – conclude Lucia Crippa - ha messo in crisi il rapporto diretto con le pazienti, oggi dobbiamo usare al meglio la rete, la telemedicina e i social network per inviare messaggi più forti.”
Dr.ssa Lucia Crippa – ostetrica Ospedale A. Manzoni ASST Lecco

SALUTE DONNA 2023. I martedì interattivi di ginecologia: microbioma e nutraceutica. Dal 30 Maggio a Ponderano (Biella)

Abbondanza
La realtà del ginecologo che opera in strutture pubbliche, private o come libero professionista si integra ineludibilmente con quella del collega che esercita in ambito ospedaliero o universitario. “L’ottica con cui guardare la prevenzione, le patologie e la relazione medico-paziente afferma Massimo Abbondanza, coordinatore AGITE Associazione Ginecologi Territoriali Area Nord (Piemonte- V.d’ Aosta- Liguria – Lombardia – Veneto – Friuli VG) - hanno proprie peculiarità che richiedono spesso un confronto reciproco. Questo per garantire alla paziente non solo una soluzione corretta al singolo problema di salute bensì assicurare una strategia più ampia che tenga conto dell’impatto sull’intero organismo, guidandola verso percorsi specifici di prevenzione primaria e secondaria. Nel percorso formativo proposto i docenti interagiranno con i discenti e saranno individuati percorsi condivisi riguardanti le influenze del microbioma alla luce dei dati più recenti della letteratura; saranno affrontati argomenti - conclude Abbondanza - dove risulti importante l’interazione e la collaborazione fra varie figure professionali che agiscano in “sintonia” per garantire alla donna il miglior approccio terapeutico.
Dr. Massimo Abbondanza - Coordinatore AGITE Area Nord

“Il danno perineale da parto: aspetti medico-legali”.

laudadio
In occasione del corso “Il danno perineale da parto: prevenzione, diagnosi e trattamento” organizzato da Mario Villa e Maria Cristina Cesana della ASST Lecco, sì è tornati a parlare di medicina legale. “Il danno perineale è un forte momento di alterazione della gioia qual è la nascita di un bambino – commenta l’avv. Sabino Laudadio dell’Ufficio Legale AOGOI. – e questa forte contrapposizione può dare luogo all’avvio di un contenzioso.”
“Cosa può fare il medico? La chiave è la comunicazione, lavorare sul consenso informato. Preparare con pazienza e convinzione la paziente al dolore, alla consapevolezza di cosa potrebbe accadere spiegando che dall’altra parte c’è una persona, il medico, che ha tutte le opzioni per risolvere ogni eventuale emergenza.”
Un ruolo importante hanno in questo anche le Aziende Sanitarie affinché forniscano tutti gli strumenti ai medici e dipendenti per affrontare gli eventuali rischi.”
Avv. Sabino Laudadio – Ufficio legale AOGOI.

“SOS – Tenere”: ovvero 500.000 nati in più all’anno.

Trojano
E’ l’obiettivo con cui si è aperta la terza edizione degli “Stati Generali di Natalità”, organizzato l’11 e 12 maggio all’ Auditorium della Conciliazione a Roma a cui hanno partecipano anche Papa Francesco e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Due giorni per discutere di “culle vuote”, riflettere su un tema capace di unire tutto il Sistema Paese provare a fare proposte concrete per invertire il trend demografico ed immaginare una nuova narrazione della natalità.
Italia sempre più vecchia, non è una novità. La fertilità, calcolata come il numero medio di figli per donna, ha toccato il suo apice a metà degli anni ‘60 con la fine del boom economico del dopoguerra.
Il quadro che emerge dalle previsioni è, sotto questo aspetto, abbastanza unanime: da qui al 2100 la popolazione dello Stivale, oggi 58,8 milioni, è destinata a contrarsi. Di quanto? Dipende dagli scenari. Si va dai 7 milioni in meno ipotizzati dalla proiezione standard alla sostanziale stabilità se da qui alla fine del secolo prefiguriamo un contesto di immigrazione ingente. Al contrario, se il flusso di immigrati fosse inferiore alle previsioni, la popolazione italiana potrebbe scendere fino a 44 milioni (12 in meno rispetto a quella odierna). Valori analoghi (41 milioni) se assumiamo che la fertilità resti bassa.
Sul tema della decrescita e sul ruolo delle Società Scientifiche il commento del prof. Vito Trojano – presidente eletto SIGO.