home cardiologia

Il problema dell’ipercolesterolemia e le nuove linee guida. Il rischio cardiovascolare. La scelta della terapia.

Borghi Claudio cover L’aumento del colesterolo LDL è un problema serio nel contesto del rischio cardiovascolare, ed è una priorità assoluta correre immediatamente ai ripari tramite un trattamento adeguato, per abbassarne i livelli. La gestione dell’ipercolesterolemia è affidata alla nuove linee guida, ma è importante capire quanto esse siano applicabili e quante risposte possano dare, alle domande della vita reale - “sottolinea il prof. Claudio Borghi, ordinario di medicina interna, UniBo. “Innanzitutto deve essere fatta una stima del rischio cardiovascolare nei pazienti ipercolesterolemici, e identificati quali di loro possano essere sottoposti al trattamento. In secondo luogo va effettuata la scelta più idonea della terapia, e per finire il target di intervento. Attualmente un numero importante della popolazione ipercolesterolemica non raggiunge i livelli di intervento protettivi per quanto riguarda i lipidi plasmatici. Un atteggiamento realistico come quello delle linee guida che delimita i livelli da raggiungere, può essere ritenuto favorevole per quanto concerne la prevenzione cardiovascolare”.
Prof. Claudio Borghi, ordinario di medicina interna - UniBo

La chirurgia mini invasiva nei pazienti con insufficienza mitralica. Mini invasività nella sostituzione della valvola aortica.

Stefàno Pierluigi “L’invecchiamento della popolazione ha spinto la cardiochirurgia verso un atteggiamento il più mini invasivo possibile, non solo per un problema di tipo estetico ma soprattutto funzionale, in favore di una ripresa rapida della quotidianità del degente e di una ancor più repentina ripartenza, dell’ attività lavorativa per i pazienti più giovani” - dichiara il prof. Pierluigi Stefàno - Direttore della SOD di cardiochirurgia, ospedale di Careggi e Professore Associato cardiochirurgia Università di Firenze. “Un tempo si parlava di tale chirurgia a proposito della valvola mitrale, oggi viene eseguita per la quasi totalità degli interventi, nei pazienti con insufficienza mitralica in chirurgia mini invasiva, mini toracotomica destra, con il supporto di una visione tridimensionale che dia la possibilità allo specialista di avere una visione superiore di quella possibile per via sternotomica”. E aggiunge: “Nel corso del convegno ‘Cardiolucca’ sono stati dettati nuovi decaloghi, sulla possibilità di eseguire o meno interventi mini invasivi, come ad esempio quelli della vasculopatia periferica, dell’ipertensione polmonare o della complessità delle valvole che si vanno a correggere. Inoltre possono oggi essere superati eventuali ostacoli, grazie a una serie di valutazioni anestesiologiche dei perfusionisti, o grazie alle tecniche aggiuntive che permettono di eseguire interventi complicati, anche su pazienti a rischio”.
prof. Pierluigi Stefàno - Direttore della SOD di cardiochirurgia, ospedale di Careggi e Professore Associato cardiochirurgia Università - Firenze

Le tecniche di imaging avanzato. La valvulopatia aortica mitralica, la tricuspidale e polmonare

Berti Sergio “L’ ‘imaging’ ricopre un ruolo importante in cardiologia, grazie anche alla possibilità di tecniche di riparazione transcatetere per la valvulopatia aortica mitralica, per quella tricuspidale e polmonare”. Lo dichiara il dr. Sergio Berti – direttore Unità cardiologia complessa e interventistica della Fondazione CNR Regione Toscana, Massa e di Pisa. “Tali tecniche ricoprono oggi un ruolo principale anche per la pianificazione e guida della procedura in sala operatoria o di emodinamica. Ci stiamo spostando verso un approccio ‘multi imaging’, poiché nessuna tecnica può fornire singolarmente le informazioni, di cui abbiamo necessità. Questa ci consente di colmare il gap e curare al meglio in nostri pazienti, alla luce delle nuove tecnologie trans-catetere. Lo scenario diventa ancora più complicato nell’ambito della valvola mitralica, proprio per quella sua complessità anatomica e per le tecniche di intervento, dove l’approccio ‘multi – imagining’ si rivela necessario”.
Dr. Sergio Berti – Direttore UCCI Fondazione CNR Regione Toscana, Massa e di Pisa.

Le ipercolesterolemie - La Tavi – L’Amiloidosi cardiaca e le terapie adeguate. Nuovi approcci terapeutici per il paziente diabetico

Bovenzi Francesco “Nel corso del Congresso Scientifico Cardiologico ‘Cardiolucca 2020’” - racconta il dott. Francesco Bovenzi – presidente del Congresso – “si è spaziato dal trattamento delle Ipercolesterolemie in prevenzione primaria e secondaria, a quello che è lo stato odierno di importanti interventi sulle valvole a livello aortico. Dalla TAVI (Aortic Valve Replacement) nel paziente asintomatico, all’ Amiloidosi cardiaca, non più considerata una patologia rara. Oggi è possibile farne una diagnosi precoce” – conferma Bovenzi – “distinguendo diversi fenotipi attraverso i genotipi che possono portare a terapie adeguate, presto disponibili per garantire la sopravvivenza ai pazienti. Si è parlato inoltre del cambiamento dello scenario del paziente diabetico – diabete e cuore binomio inscindibile da sempre - e dei nuovi approcci terapeutici”. Dott. Francesco Bovenzi - Presidente del Congresso “CardioLucca”
Dott. Francesco Bovenzi - Presidente del Congresso “CardioLucca”

La fibrillazione atriale. Le nuove terapia anticoagulazione.

Carugo Stefano La fibrillazione atriale (FA) è una forma di patologia cardiaca, che consiste in un alterato ritmo caotico dell’attività elettrica. Durante l’aritmia viene a mancare la contrazione, che può portare alla formazione di coaguli all’ interno dell’atrio stesso. Questi entrando in circolo, possono provocare ictus. Ce ne parla il prof. Stefano Carugo - Cardiologo Università Milano - Direttore Cardiologia Ospedale San Paolo - Milano, nel corso del convegno ‘Roadshow Cronicità’ tenutosi nella sede di Regione Lombardia. “Si tratta di una patologia diffusa nella popolazione e specifica dell’anziano, che può essere trattata in diversi modi, soprattutto utilizzando un’opportuna terapia anticoagulazione. I nuovi farmaci ‘diretti’ si stanno rivelando un’ottima soluzione per i pazienti che, grazie alla loro somministrazione, evitano complicazioni possibili una volta con l’utilizzo dei vecchi anticoagulanti. La fibrillazione atriale è una patologia che oggi si può curare, anche se è possibile conviverci tutta la vita”
Prof. Stefano Carugo - Cardiologo Università Milano - Direttore Cardiologia Ospedale San Paolo Milano