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Lo scompenso cardiaco. La funzione sistolica e la disfunzione diastolica. L’associazione Arni–sacubitri con Valsartan. Le glifozine.

Oliva Fabrizio Lo scompenso cardiaco (SC) si conferma una delle cause più frequenti di ospedalizzazione nei soggetti over 65. “Si riconoscono due quadri di scompenso” – precisa il Dott. Fabrizio Oliva, Direttore Cardiologia I –  Cardio Center De Gasperis - Niguarda Mi, “uno a funzione sistolica conservata, dove si evidenzia la disfunzione diastolica associata ad altre co-patologie importanti, e uno a scompenso cardiaco sistolico caratterizzato da una depressione della funzione di pompa, ovvero quello per cui negli ultimi 40 anni abbiamo raggiunto in campo terapeutico dei risultati rilevanti, dimostrando che, partendo dal solo diuretico e dalla digitale, associando ace-inibitori, beta-bloccanti, antialdosteronici e defibrillatori con terapia di re-sincronizzazione cardiaca, abbiamo migliorato l’outcome dei pazienti. Recentemente abbiamo dimostrato inoltre un miglioramento in termini prognostici, grazie alla sostituzione dell’ace- inibitore con un’associazione Arni – e Valsartan. Inoltre, la possibilità di migliorare ulteriormente l’esito di questi pazienti, utilizzando le glifozine, antidiabetici orali, che si sono rese capaci di ottimizzare e quindi ridurre le ospedalizzazioni, in pazienti non solo diabetici”.
Dott. Fabrizio Oliva - Direttore Cardiologia I – Cardio Center A. De Gasperis - Niguarda Mi

Le sindromi coronariche croniche. L’ Angio-TC coronarica. I Beta-bloccanti. I farmaci calcio antagonisti non-diidropiridinici.

Temporelli Pierluigi Nel corso del 14° meeting ‘Cardiolucca 2020’ abbiamo incontrato il dott. Pierluigi Temporelli – Cardiologo - Istituti Clinici Scientifici Maugeri – Veruno (No), sul tema dell’evoluzione in campo scientifico a proposito delle sindromi coronariche croniche. “Nel novembre del 2019 vennero presentate le nuove linee guida europee sulle “sindromi coronariche croniche”, nuove anche per la denominazione della patologia, in precedenza “cardiopatia ischemica stabile o angina stabile o cronica”. Nel corso degli anni sono stati diversi gli aspetti innovativi su come stratificare, ad esempio, il rischio, quale strumento utilizzare per arrivare a fare diagnosi di sindrome coronarica cronica, valutando ed enfatizzando il ruolo dell’Angio -Tc coronarica, come primo step. Ma dal punto di vista terapeutico, al contrario, le linee guida non si sono discostate affatto da quelle del 2013, soprattutto a proposito della terapia dei segni e dei sintomi di ischemia. Erano state contestate infatti per aver utilizzato un particolare schema di farmaci, in prima battuta Beta-bloccanti o Calcio - Antagonisti non diidropiridinici, con eventualmente l’associazione di 5 tipi di molecole, posizionate in modo paritetico”.
Dott. Pierluigi Temporelli – Cardiologo - Istituti Clinici Scientifici Maugeri – Veruno (No

La psicocardiologia. La riabilitazione del paziente cardiologico. Il percorso di cura.

Giusti Emanuele cover La riabilitazione del paziente cardiologico è affidata alla psicocardiologia, ambito della psicologia che racchiude tutte quelle pratiche che possono aiutare a ritrovare l’equilibrio giusto, a seguito di un infarto o di un’operazione cardiochirurgica. “Molti pazienti si ritrovano spiazzati, da questa nuova vita” – spiega il dott. Emanuele Giusti - Psicologo - Istituto Auxologico Italiano –di Milano “Il processo di risalita inizia con la rielaborazione dell’evento, con l’ascolto e la gestione degli aspetti emotivi, e con il cercare di individuare le risorse personali, emotive o sociali, come ad esempio i familiari. L’Istituto Auxologico permette ai medici di seguire i pazienti attraverso l’intero iter di cura, sia nel reparto di cardiologia, dove si trovano gli acuti, sia in quello dei degenti, che in quello ambulatoriale”.
Dr. Emanuele Giusti - Psicologo - Istituto Auxologico Italiano - Milano

Il Minoca – La stenosi aortica. L’aterosclerosi. Le patologie tromboemboliche sistemiche

Natale Enrico cover Il Minoca (myocardial infarction with non obstructive coronary arteries) è una situazione particolare che associa un infarto miocardico acuto, con un riscontro angiografico di coronarie non ostruite. Si intende in tal modo la presenza di stenosi non superiore al 50%” - dichiara il dott. Enrico Natale - Cardiologo Ospedale San Camillo – Roma. “Il problema è proprio quello di ricercare le cause di questa condizione che, per il 35-40% possono essere collegate a una condizione aterotrombotica, legate alla presenza di placche soggette a rottura o a erosione e che possono degenerare in una trombosi. Le altre situazioni possono essere collegate a condizioni eterogenee, come a una trombosi a un embolia coronarica, o nel contesto di patologie tromboemboliche sistemiche”.
dott. Enrico Natale - Cardiologo Ospedale San Camillo - Roma

Le nuove linee guida sull’embolia polmonare. Il ruolo del D-dimero. La stratificazione a rischio. I NAO.

Agnelli Giancarlo cover Tante e considerevoli le novità trattate nel corso del 14° meeting di Cardiolucca, tra cui le nuove linee guida di cardiologia sull’embolia polmonare, “una patologia senza sintomi evidenti”- precisa il prof. Giancarlo Agnelli - Università di Perugia - Direttore della struttura complessa Medicina Interna vascolare ‘Stroke Unit’ - Azienda Ospedaliera di Perugia “ ma con un miglioramento nella gestione del paziente, dalla veloce rapidità di diagnosi, alla terapia, al follow - up a lungo termine. Riguardo la sua valutazione è stato comprovato il ruolo del D – dimero, nell’ escludere l’embolia polmonare nei soggetti con bassa probabilità, nonché fatti enormi progressi nella gestione a basso rischio, con eventualità di poter gestire il paziente in contesto domiciliare. Per quanto riguarda la terapia erano già stati fatti passi avanti nell’edizione dal 2014 con l’introduzione di nuovi farmaci anticoagulanti orali e un netto miglioramento, nei confronti del paziente oncologico, dove oggi si è ammesso l’uso (limitato) dei NAO nel trattamento dell’embolia polmonare con trombosi venosa profonda neoplastica. Ultima importante modifica da sottolineare, riguarda il trattamento a lungo termine”.
prof. Giancarlo Agnelli - Università di Perugia - Direttore della struttura complessa Medicina Interna vascolare ‘Stroke Unit’ - Azienda Ospedaliera di Perugia.