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Lunedì 9 gennaio 2023 |
Buongiorno dalla redazione di Medlinetv, la TV via internet dedicata ai medici specialisti. Questa settimana aggiornamenti, speciali, interviste, commenti e casi clinici.
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GINECOLOGIA AOGOI per l’Africa. I ginecologi italiani in Eritrea per combattere l’HPV.
Aogoi alle tradizionali attività formative e divulgative promosse sul territorio italiano, da tempo interviene a sostegno delle donne, della maternità e dei bambini anche nei paesi cosiddetti a “basso reddito”, in particolare oggi in Eritrea e nello Zimbabwe. “Nello Zimbabwe – racconta Claudio Crescini, già vicepresidente Aogoi - operiamo nell’ospedale di Mutoko, a 170 chilometri dalla capitale Harare, dove vengono eseguiti oltre 1.000 parti all’anno grazie alla presenza di molti ostetrici. Mancano però i ginecologi e quindi diversi medici italiani durante l’anno si prestano a dare assistenza localmente donando giornate di lavoro. In Eritrea la situazione è completamente diversa – precisa Crescini. E’ un paese “chiuso” dove è difficile entrare, con l’obbligo di risedere solo nella capitale Asmara, città rimasta ai tempi della colonia italiana. In Asmara sono presenti tre ospedali. Qui ci stiamo occupando di una patologia grave come il carcinoma della cervice, il secondo tumore nelle donne in Eritrea. Non esiste una cultura di base, non esistono i pap-test, la colposcopia… e la mortalità è molto alta. In questi ospedali stiamo quindi formando il personale ad eseguire i test ed abbiamo convinto il locale ministero della salute ad acquistare i vaccini per l’HPV.” Dr. Claudio Crescini – past vicepresident Aogoi
ONCOLOGIA Ibrutinib in prima linea nel trattamento del linfoma mantellare giovane.
Lo Studio TRIANGLE è il più grande studio prospettico prodotto sul linfoma mantellare. Ha arruolato oltre 870 pazienti in 10 paesi europei ed Israele, l’Italia presente con oltre 200 casi. “Da anni il linfoma mantellare nel paziente giovane – spiega il prof. Marco Ladetto – direttore SC ematologia dell’ Ospedale S. Antonio Biagio e Cesare Arrigo (AL) e vice presidente della Federazione Italiana Linfomi - viene trattato in prima linea con immunochemioterapia con AraC seguito da trapianto autologo. In questo studio, a tre bracci, si è pensato di valutare l’efficacia dell’inserimento di ibrutinib, un inibitore della tirosina chinasi di Bruton (BTK), primo della sua classe a somministrazione orale. In un braccio il farmaco agiva come potenziamento in un regime standard per due anni, in un secondo braccio si è “osato” di più togliendo il trapianto autologo con una procedura complessa, con una mortalità significativa. Il terzo braccio in terapia standard, senza supplementazione. I risultati presentati all’ultima edizione di ASH in sessione plenaria, hanno dimostrato miglior tasso di risposte complete nei bracci contenente ibrutinib ma soprattutto un chiaro beneficio a 31 mesi in termini di “progression survival” in entrambi i bracci, con o senza trapianto. E’ possibile – conclude Ladetto - che con il tempo il trapianto si dimostri superfluo, anche se al momento non abbiamo la certezza statistica.” Prof. Marco Ladetto – direttore SC ematologia Ospedale S. Antonio e Biagio (AL)
ENDOCRINOLOGIA La complessità della diagnosi di ipotiroidismo subclinico.
La diagnosi di ipotiroidismo subclinico è molto complessa, che richiede un inquadramento approfondito, anche in funzione dell’età del paziente. “L’ipotiroidismo subclinico è infatti un’entità “borderline” – spiega Elena Galazzi dell’ U.O. Endocrinologia dell’ Istituto Auxologico San Luca di Milano - che interessa il 2% dei bambini, caratterizzata da un TSH tra 5-10 con FT4 nella norma, che deve essere confermata su due prelievi. Generalmente c’è un consenso comune nel trattare pazienti con un TSH superiore a 10 mentre non c’è consenso nel trattamento di bambini con TSH tra 5 e 10. L’evoluzione del TSH dipende tantissimo dall’eziologia, quindi se c’è una positività anticorpale nel 50% dei casi nel giro di 5 anni avremo casi con un ipotiroidismo ed altre, purtroppo, in ipertiroidismo. Generalmente quindi l’inquadramento prevede la valutazione degli anticorpi e una ecografia, però se stiamo parlando di una ipertireotropinemia neonatale con TSH tra 6 e 20 su siero dopo due spot positivi, vanno valutate familiarità, decorso della gravidanza parametri auxologici alla nascita, stato cognitivo e tono del neonato e presenza o meno di gozzo. Da ultimo vanno escluse interferenze iatrogene come farmaci antiepilettici, stati infettivi, anemia sideropenica od eventuali interferenze da laboratorio come il macro TSH con presenza nel siero di immunoglobuline. Dr.ssa Elena Galazzi – U.O. Endocrinologia - Istituto Auxologico Milano
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