GINECOLOGIA Lunedì 11 gennaio
Vaccino anti-Covid19 in gravidanza e allattamento: stato dell’arte. Le indicazioni delle Società Scientifiche italiane.Il 2 gennaio 2021, in merito alla vaccinazione anti-Covid19 in gravidanza e allattamento, è stato pubblicato il ‘Position Paper ad interim’ di SIGO - Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, AOGOI - Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani, AGUI - Associazione Ginecologi Universitari Italiani, AGITE - Associazione Ginecologi Territoriali e SIN - Società Italiana di Neonatologia. Il dott. Claudio Crescini – Vice Presidente AOGOI – illustra e commenta le Linee Guida del ‘Royal College of Obstetricians & Gynaecologists’ aggiornate al 30 dicembre 2020 e il documento di posizione delle Società Scientifiche italiane, elaborato sulla base dei dati offerti dalla letteratura internazionale e dell’ultimo rapporto IToSS - Istituto Superiore di Sanità sulla sorveglianza ostetrica. Gli esperti italiani ricordano che la vaccinazione anti-Covid19 è una scelta personale, affermando che non sono disponibili dati di sicurezza e di efficacia nelle donne in gravidanza e allattamento. Tuttavia, trattandosi di un vaccino con mRNA, ritengono che possa essere sufficientemente sicuro ed evidenziano i fattori di rischio per cui è consigliata la vaccinazione in gravidanza, tra i quali, l’occupazione professionale in contesti ad alta esposizione al virus.Dott. Claudio Crescini – Vice Presidente AOGOI - Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani
ONCOLOGIA
Martedì 12 gennaio
Rome trial. Terapie sempre più personalizzate per i pazienti oncologici. ‘Rome Trial’ è uno studio innovativo dal punto di vista clinico e tecnologico volto a valutare l’efficacia del miglior trattamento oncologico personalizzato possibile, utilizzando la profilazione genomica del tumore, indipendentemente dalla sede di origine della malattia e dal tipo di trattamento, dai farmaci a bersaglio molecolare all’immunoterapia. Promosso dall’Università La Sapienza di Roma, dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Fondazione per la Medicina Personalizzata - FMP, il ‘Rome Trial’ coinvolgerà 1230 pazienti e 43 Centri oncologici italiani. “Si tratta di uno studio assolutamente unico nel panorama internazionale per le sue caratteristiche: profilazione genomica, farmaci innovativi, piattaforme dedicate alla raccolta delle informazioni, analisi multidisciplinare” – spiega il prof. Paolo Marchetti, Direttore di Oncologia Medica B al Policlinico Umberto I di Roma. “Intendiamo utilizzare la medicina di precisione come elemento fondamentale nel trattamento dei tumori. Valuteremo le mutazioni somatiche – tramite biopsia sul tessuto tumorale ma anche biopsia liquida – e l’espressione genica; effettueremo una profilazione delle caratteristiche immunologiche del paziente, che permetterà un uso più mirato delle terapie”. Prof. Paolo Marchetti – Direttore Oncologia Medica B, Policlinico Umberto I di Roma
UROLOGIA
Mercoledì 13 gennaio
Anemia in corso di insufficienza renale. Incidenza, decorso e presidi per combatterla. L’anemia è una complicanza dell’insufficienza renale, più comune di quanto si creda, che ha un notevole impatto sulla qualità di vita, già compromessa, dei pazienti. “L’anemia può comparire fin dai primi stadi della malattia renale; negli stadi 4 e 5, la frequenza dell’anemia può essere addirittura del 50%” – asserisce il prof. Antonio Santoro, Direttore del Comitato Scientifico ANED - Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto Onlus. “L’incidenza in genere comincia nello stadio 3a, progredisce a frequenze del 20/25% nello stadio 3b fino ad arrivare al 50% nella fase terminale dell’insufficienza renale. Per effettuare una diagnosi di anemia renale bisogna innanzitutto escludere altre cause ed effettuare una serie di controlli”. Continua il professore: “Se il paziente ha un’insufficienza renale, probabilmente ci troviamo di fronte ad una carenza di eritropoietina. A volte ci sono degli stati siderocarenziali non svelati, quindi una terapia iniziale con ferro è ad ogni modo consigliabile”. E conclude: “Oggi disponiamo di eritropoietine native e eritropoietine biosimilari somministrabili che hanno cambiato la qualità di vita dei pazienti, permettendo di correggere il livello dei globuli rossi nel sangue e di ridurre la loro sintomatologia”. Prof. Antonio Santoro – Direttore del Comitato Scientifico ANED - Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto Onlus
CARDIOLOGIA Venerdì 15 gennaio “La pandemia dovuta al virus Covid-19 ha messo a dura prova i medici specialisti e stravolto le attività delle Società Scientifiche. MedlineTv vuole dare voce alle Società Scientifiche attraverso i loro massimi rappresentanti con il racconto delle loro esperienze e riflessioni. Ogni settimana un intervento dei Presidenti delle Società coinvolte in prima linea.”
Danni indiretti da Covid-19: cause e impatto sulla mortalità. Il commento di Giuseppe Tarantini – Presidente GISE. “Durante la fase massima della pandemia tutta l’attenzione si è concentrata sulle complicanze dirette del Covid-19 e quasi mai sui danni indiretti, tra cui: risorse ridotte, numero contingentato di anestesisti e di terapie intensive, impossibilità di curare i pazienti elettivi” – dichiara il prof. Giuseppe Tarantini, Presidente GISE - Società Italiana di Cardiologia Interventistica. “In ambito cardiologico e cardiochirurgico si è provveduto, inevitabilmente, a curare solo gravi patologie polmonari e urgenze. Tutti i pazienti elettivi sono stati messi in coda, il che ha comportato un aumento enorme delle liste d’attesa in tutta Italia. Dai dati ISTAT è emerso che in questi mesi, rispetto ai 5 anni precedenti, vi è stato un aumento dal 40 al 65% della mortalità totale. Evidentemente ciò non si può spiegare solo con i danni diretti e la mortalità da Covid-19, bensì con la mortalità indirettamente causata dal ‘blocco’ del sistema a causa della pandemia e dalla paura del contagio”. Racconta il professore: “Pazienti con sindromi coronariche acute si presentavano in ospedale con un giorno o due di ritardo, quando ormai c’erano complicanze in essere. Persone con infarti intramurali e transmurali, che normalmente venivano in ospedale entro 2 ore dall’evento, arrivavano dopo 5 o 6 ore”. Prof. Giuseppe Tarantini – Presidente GISE - Società Italiana di Cardiologia Interventistica
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