UROLOGIA Lunedì 7 Dicembre
XXVII Congresso Nazionale AURO.it. La gestione delle infezioni urinarie complicate in era Covid-19: cosa è cambiato? “La gestione delle infezioni urinarie complicate in era Covid-19 è una sfida ancora più difficile da affrontare” – afferma il dott. Massimo Perachino, Responsabile di Urologia Endoscopica e funzionale all’Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato (AL) e Segretario Generale AURO.it - Associazione Urologi Italiani. “Se da una parte vi è il problema di queste infezioni e dei cosiddetti MDRO - microorganismi multiresistenti, dall’altra l’avvento del virus ha comportato la necessità di distinguere tra pazienti Covid e non. Capita anche di dover trattare pazienti con il virus e con infezione urinaria. Inoltre, è stato dimostrato che il Covid-19 possa colpire anche l’apparato uro-genitale, aumentando la morbilità”. Continua il dottore: “Nei pazienti a rischio per MDRO, ogni febbre urinaria dovrebbe essere trattata in maniera mirata secondo l’antibiogramma; in alternativa, esiste la terapia empirica”. E sottolinea: “Ricordiamoci l ‘allarme risalente a due anni fa: non utilizzare i chinolonici in questi pazienti, bensì farmaci quali cotrimossazolo, cefalosporine o cefalosporine di terza generazione, che possono essere un’ottima terapia nei pazienti con infezione urinaria moderata o grave a rischio di microorganismi multiresistenti, in attesa dell’arrivo delle colture”. Dott. Massimo Perachino – Segretario Generale AURO.it - Associazione Urologi Italiani
SPECIALIMercoledì 9 Dicembre
Malattie infiammatorie croniche intestinali: progressi nel trattamento e sviluppi futuri.I progressi della medicina nel trattamento della colite ulcerosa e della malattia di Crohn, ovvero delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali - MICI, sono legati all’introduzione delle terapie biologiche mirate e alla scoperta del ruolo centrale del fattore di necrosi tumorale alfa delle citochine (TNF-α) nel processo infiammatorio delle malattie immuno-mediate. Ciò ha portato l’azienda farmaceutica Janssen allo sviluppo del primo anticorpo monoclonale anti-TNF-α, primo biologico introdotto nella cura delle MICI. “Recentemente abbiamo ridefinito il paradigma di trattamento di queste patologie attraverso lo sviluppo di anticorpi anti-interleuchine” – racconta la dott.ssa Loredana Bergamini, Direttore Medico Janssen Italia. L’azienda, da sempre impegnata nella ricerca, sta lavorando ad altri potenziali farmaci, cercando di favorire le terapie orali e studiando il microbioma intestinale. Tuttavia, precisa la dottoressa: “Pensare ai pazienti significa anche stare al loro fianco, dare forza e voce ai loro problemi. È importante creare delle reti che coinvolgano pazienti, famiglie, associazioni, medici e istituzioni. Per questo, abbiamo lanciato la campagna di sensibilizzazione ‘Fatti più in là – Allontaniamo insieme malattia di Crohn e colite ulcerosa'”.Dott.ssa Loredana Bergamini – Direttore Medico Janssen Italia
DERMATOLOGIA
Giovedì 10 Dicembre
Tatuaggi: rischi e potenziali problematiche mediche. Fare un tatuaggio implica dei potenziali rischi in termini di infezioni, intolleranze ai pigmenti e inchiostri tossici non ammessi dal Ministero della Salute. “Gli eventi avversi che possono verificarsi dopo un tatuaggio possono essere legati sia ai pigmenti di inchiostro sia al trauma che viene compiuto sulla pelle” – asserisce il prof. Antonino Di Pietro, Direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano. “Potrebbero penetrare dei batteri, causando la comparsa di pus e croste, oppure dei virus – legati strettamente all’uso di aghi non monouso o a una scarsa igiene dell’ambiente. Un altro rischio è che le sostanze introdotte nella pelle siano tossiche”. Per questo il Ministero della Salute ha messo al bando e diffuso un elenco dei pigmenti pericolosi. Prosegue il professore: “L’ultimo rischio concerne il fatto che tatuaggi molto estesi e coprenti possano nascondere l’insorgenza di un melanoma, precludendone la diagnosi precoce. Sappiamo che il 70% dei melanomi insorge su pelle sana. Se un tatuaggio copre una grande superficie cutanea, è necessario prestare attenzione. Infine, dopo aver fatto un tatuaggio è importante aiutare la pelle a mantenersi tonica, idratata. Dobbiamo quindi favorire l’utilizzo di creme che abbiano questa funzione e questo scopo”. Prof. Antonino Di Pietro – Direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis (Mi)
SPECIALI
Venerdì 11 Dicembre
“La pandemia dovuta al virus Covid-19 ha messo a dura prova i medici specialisti e stravolto le attività delle Società Scientifiche. MedlineTv vuole dare voce alle Società Scientifiche attraverso i loro massimi rappresentanti con il racconto delle loro esperienze e riflessioni. Ogni settimana un intervento dei Presidenti delle Società coinvolte in prima linea.”
L’approccio integrato dei medici internisti, anche e soprattutto al tempo del Covid-19. Il commento di Dario Manfellotto – Presidente FADOI. “Noi medici internisti ospedalieri abbiamo assistito nel corso dell’emergenza Covid quasi il 70% dei pazienti ricoverati in ospedale, con la logica che ci ha sempre contraddistinti: un approccio integrato al paziente” – dichiara il prof. Dario Manfellotto, Presidente FADOI - Società Scientifica di Medicina Interna. “Un paziente complesso che tendenzialmente non ha soltanto il Covid-19 ma anche malattie pre-esistenti, che abbiamo trattato fin dall’inizio con farmaci quali desametasone ed eparina, riducendo il numero di pazienti con grave insufficienza respiratoria”. “Il nostro è un approccio integrato che definiamo ‘di area medica’, cioè contro la divisione tra le varie discipline specialistiche” – spiega il professore. “Promuoviamo l’idea di un ospedale che si possa adattare e modificare nella sua organizzazione. Un ospedale antico nell’accoglienza e nell’empatia verso i pazienti, ma moderno nelle terapie e tecnologie; che possa allargarsi o restringersi nei reparti a seconda della necessità”. E aggiunge: “Abbiamo anche lanciato un progetto di day hospital per i pazienti post Covid-19, per valutare se sono completamente guariti o se hanno delle conseguenze stabili e per curarli nel modo più corretto e integrato”. Prof. Dario Manfellotto – Presidente FADOI - Società Scientifica di Medicina Interna
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