DERMATOLOGIALunedì 2 Novembre
94° Congresso Nazionale SIDeMaST. Oltre 330 relazioni in otto sale in contemporanea, in digital edition.Il 94° Congresso Nazionale SIDeMaST - ‘Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse’ si svolgerà in modalità digitale dal 3 al 6 novembre. “Abbiamo lavorato ad un programma scientifico ricco di innovazioni cliniche e di ricerca che verranno condivise in una piattaforma virtuale, che non impedirà la realizzazione di corsi pratici” – dichiara la prof.ssa Ketty Peris, Presidente SIDeMaST. “Gli argomenti come sempre comprenderanno tutta la dermatologia, spaziando dalle malattie infiammatorie a quelle tumorali, senza tralasciare la dermatologia cosmetologica. Inoltre, una sessione speciale sarà dedicata al Covid-19 e al suo impatto nella nostra disciplina”. Numerose dunque le patologie trattate, anche le più lievi e temporanee, spesso conseguenti alla pandemia. Otto sale congressuali, sessioni in contemporanea e “on demand”, corsi ECM e non, una App ufficiale e più di 330 relazioni saranno a disposizione dei partecipanti al Congresso. Conclude la professoressa: “Augurandomi che tutti possiate partecipare con questa nuova modalità, sono certa che ciascuno di voi troverà le tematiche che desidera e l’opportunità per incontrare colleghi e Aziende”.Prof.ssa Ketty Peris – Presidente SIDeMaST - Società Italiana di Dermatologia e delle Malattie Sessualmente Trasmesse
ONCOLOGIA
Mercoledì 4 Novembre
Nasce “FOCE”, la Confederazione di Oncologi, Cardiologi e Ematologi per la lotta al Covid19. Nasce FOCE, la prima alleanza al mondo che unisce esperti e clinici di Oncologia, Cardiologia e Ematologia: aree mediche che interessano più di 11 milioni di italiani. “FOCE è stata istituita per combattere il Covid-19, tutelare i malati affetti da patologie oncologiche, cardiologiche e ematologiche dai danni già procurati dalla pandemia e preservare la continuità di cura” – commenta il prof. Francesco Cognetti, Presidente di FOCE e di Fondazione Insieme contro il Cancro. “Nei primi 3 mesi di emergenza, solamente il 50% dei pazienti cardiologici ha avuto accesso alle strutture ospedaliere e la mortalità per infarto del miocardio è aumentata di circa il doppio. Per quanto concerne l’Oncologia: sono stati cancellati o ritardati molti interventi chirurgici necessari; circa il 20% dei pazienti sottoposti a terapia ha sospeso la cura; circa 1 milione e mezzo di screening sono andati persi. Ciò non deve riaccadere ora, pertanto FOCE intende aiutare le Istituzioni a fondare la Sanità di domani”. Aggiunge il professore: “Più che il contagio, il problema grave in Italia è stato l’elevata mortalità del virus. Il SSN non ha risposto in modo adeguato: eravamo impreparati e il numero di medici insufficiente. Bisogna investire nella Sanità e rinforzare il territorio, alleggerendo l’onere degli ospedali”. Prof. Francesco Cognetti – Presidente di FOCE e di Fondazione Insieme contro il Cancro
SPECIALI
Venerdì 6 Novembre
Studio “Reduction of ADAMTS13. Levels Predicts Mortality in SARS-CoV-2 Patients” e sviluppi futuri.È possibile predire la mortalità nei pazienti affetti da Covid-19 misurando la riduzione dei livelli della proteina ADAMTS13: questi i risultati di uno studio coordinato dalla dott.ssa Elvira Grandone, Responsabile dell’Unità di Emostasi e Trombosi all’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (FG), pubblicato sulla rivista ‘Thrombosis and Hemostasis’ e inserito all’interno del più vasto studio ‘COVID-19-SGR’.Una riduzione dei livelli di ADAMTS13 comporta in generale, tra le altre cose, la formazione di microtrombi e una riduzione, in misura variabile, del numero delle piastrine. “Abbiamo dosato i livelli della proteina in diversi stadi dell’infezione da Covid-19, constatando che i pazienti con livelli ridotti di circa il 30% - all’ingresso in ospedale – avevano una prognosi e un outcome molto più gravi” – asserisce la dottoressa. I dati di questo studio consentono di documentare l’esistenza di micro angiopatie trombotiche, sinora solo ipotizzate, e offrono un utile strumento: la misurazione di tale proteina nelle primissime fasi della malattia potrebbe consentire di identificare i pazienti ospedalizzati maggiormente esposti alle manifestazioni più gravi della malattia, che potrebbero dunque beneficiare di un trattamento più intensivo.Dott.ssa Elvira Grandone – Responsabile Unità di Emostasi e Trombosi, IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (FG)
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