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Lunedì 20 Marzo 2023 |
Buongiorno dalla redazione di Medlinetv, la TV via internet dedicata ai medici specialisti. Questa settimana aggiornamenti, speciali, interviste, commenti e casi clinici.
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GINECOLOGIA Specialisti tra pubblico e privato “Uno dei problemi che la Sanità pubblica deve affrontare oggi è la carenza di medici specialisti. Questo a causa tra l’altro dell’età media dei medici italiani, la più alta d’Europa ”, ricorda il dr. Roberto Jura, già Direttore della SC Ostetricia e Ginecologia nonché del Dipartimento Materno Infantile dell’ASL di Biella e consigliere dei probiviri di AOGOI.Il problema poteva essere previsto dato che il Ministero della Salute ha la “carta identità” di tutti i medici, e ad oggi continuano ad esserci decine di migliaia di pensionamenti. Il primo provvedimento dovrebbe essere quello di allargare il numero dei medici in specialità, anche gli effetti si vedranno a distanza di 5 anni. Si è pensato all’assunzione degli specializzandi, ma che comunque devono essere affiancati e formati. L’altro punto è la revisione dei contratti di lavoro, degli stipendi. Fondamentale, inoltre, il coordinamento tra il “pubblico” e la sanità “privata”, senza mettere in competizione i medici che lavorano nelle due organizzazioni.Dr. Roberto Jura – Consigliere probiviro AOGOI
ONCOLOGIA Tumore al polmone NSCLC: disponibileAmivantamab in Italia come primo trattamento per forma rara di carcinoma.
Amivantamab, anticorpo bispecifico completamente umano, first-in-class, per il riconoscimento dei recettori mutati del fattore di crescita dell’epidermide (EGFR) e della transizione mesenchima-epidermide (MET), sviluppato da Janssen, azienda farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson, ha ricevuto dall’Agenzia italiana del farmaco la rimborsabilità per il trattamento di adulti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato, con mutazioni da inserzione dell'esone 20 attivanti del fattore di crescita dell’epidermide (EGFR), dopo il fallimento della chemioterapia a base di platino. Si tratta della prima terapia ad essere approvata in Italia per questa rara mutazione. «I pazienti con NSCLC caratterizzato da mutazioni di inserzione dell’esone 20 dell’EGFR hanno a disposizione poche opzioni terapeutiche, non solo per numero, ma anche per efficacia. Basti pensare che solo l’8 per cento delle persone con questa mutazione sopravvive a 5 anni dalla diagnosi. Nello specifico, il rischio di progressione della malattia è molto elevato: parliamo di un rischio maggiore del 93 per cento rispetto alle mutazioni più comuni dell’EGFR. In questo contesto, l’arrivo di amivantamab in Italia è un traguardo importante perché rappresenta la prima terapia specifica per i pazienti con questa tipologia di tumore al polmone. Inoltre, gli studi clinici condotti con questo farmaco hanno mostrato una superiorità rispetto alle terapie standard per questo tumore in termini di efficacia, permettendo di raddoppiare l’aspettativa di vita dei pazienti», dichiara Filippo de Marinis, Direttore della Divisione di Oncologia Toracica, Vicedirettore del Programma sul carcinoma polmonare, IEO di Milano. Circa il 75 per cento dei pazienti con NSCLC è già in stadio III o IV al momento della diagnosi. Questo è dovuto ad un ritardo nel riconoscimento dei sintomi, generalmente non specifici, quali tosse, affaticamento, dolore al petto, dispnea, perdita di peso.Anche per questo, una diagnosi di tumore al polmone spesso porta pazienti e caregiver a provare sentimenti di incertezza, ansia e paura.5 Inoltre, poter riconoscere con prontezza il tipo di mutazione è fondamentale per seguire il paziente con la terapia più adeguata, sin dalle prime fasi della diagnosi e non solamente nelle successive linee di terapia. Prof. Filippo de Marinis, Direttore Divisione Oncologia Toracica - IEO Milano
ONCOLOGIA Lutezio177 e l’imaging di nuova generazione in aiuto alla cura del tumore della prostata.
“Oggi infatti la next generation imaging offre una accuratezza incredibile a livello diagnostico rispetto alle immagini convenzionali usate sino a ieri, commenta Matteo Bauckneht, ricercatore di medicina nucleare dell’ Ospedale San Martino e Università di Genova. Ma seppur inserite nelle linee guida ci manca il riscontro sull’impatto dell’outcomes oncologico che l’imaging di ultima generazione ci offre, in particolare quando questa informazione è discordante rispetto al “convenzionale”. Si aprono quindi scenari di sovra-sotto trattamento controbilanciati in parte da un vantaggio di specificità che consente di contenere i risultati di falsi positivi.In particolare la PET PSMA ci pone il tema, ad esempio, della eterogeneità dell’espressione recettoriale trasversale tra un paziente e l’altro ma anche di quella longitudinale che avviene nel corso della storia di malattia, con ricadute quando facciamo del PSMA il bersaglio dell’azione terapeutica, ad esempio con marcatura con 177 lutezio. Il PSMA va considerato un “basket concept”, con differenze logistiche, di costi e di bio-distribuzione, forse di accuratezza diagnostica tra i diversi tipi di PSMA che usiamo nella pratica clinica, la cui ricaduta sui pazienti e in ultima analisi sull’outcome oncologico è tutta da dimostrare. In questa direzione si dovrà lavorare in team multidisciplinari nei prossimi anni.
Dr.Matteo Bauckneht – Ricercatore – Dip. Medicina Nucleare – Università di Genova
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