|
|
|
|
Venerdì 27 gennaio 2023 |
Buongiorno dalla redazione di Medlinetv, la TV via internet dedicata ai medici specialisti. Questa settimana aggiornamenti, speciali, interviste, commenti e casi clinici.
|
|
GINECOLOGIA Update nella gestione del ritardo di crescita intrauterino. Si svolgerà a Parma il 26 e 27 gennaio 2023 il Congresso internazionale“Il ritardo di crescita intrauterino: cos’è cambiato.”La diagnosi e la gestione del ritardo di crescita del feto è una delle complicazioni più rilevanti per l’ostetricia, in quanto il basso peso alla nascita ha il rischio elevato di condizionare in modo negativo la prognosi e la salute del neonato per tutta la sua vita futura.“Nelle diverse sessioni – racconta il presidente del congresso prof. Tullio Ghi, direttore della ginecologia dell’Università di Parma - i più importanti esperti internazionali discuteranno come diagnosticare ed identificare le strategie per prevenire la restrizione dell’accrescimento fetale intrauterino. Verranno presentati nuovi dati sul ruolo dell’alimentazione della madre, favorevole alla dieta mediterranea; studi sull’insorgenza precoce o tardiva del ritardo di crescita e dati dallo studio Truffle 1 e a breve Truffle 2 che permettono di gestire la problematica prima e dopo le 32 settimane.Una sessione sarà inoltre dedicata alla gestione del parto del feto a rischio di stress ipossico.La relazione di un neonatologo fornirà elementi di counseling per dare elementi ed indicazioni ai genitori di un bambino con ritardo. L’ ultima sessione sarà dedicata infine alle tecnologie per lo studio delle gravidanze, per valutare ad esempio quanto il cuore della madre possa contribuire al malfunzionamento della placenta, come e quanto si modifica il cuore fetale, e nuovi approcci farmacologici “rivoluzionari” come i fattori di crescita per la placenta, oppure l’uso di vasodilatatori periferici”.Prof. Tullio Ghi – Direttore clinica ginecologica – Università di Parma

ONCOLOGIA Da ESMO – AIOM le prime linee guida per i “Patient-reported Outcomes”.
Studi clinici hanno dimostrato che impiegare questionari per la raccolta dei sintomi riferiti da parte dei pazienti in trattamento antitumorale non serve solo a ottenere una descrizione più fedele delle tossicità rispetto a quanto i medici riportano in cartella clinica, ma serve anche a gestire meglio i pazienti dal punto di vista clinico. Da questo punto di vista, la tecnologia offre opportunità superiori rispetto a quanto era possibile con i questionari cartacei: l’uso di App sul proprio smartphone, o sul computer di casa, fa sì che i pazienti possano fornire informazioni relative all’andamento dei sintomi non solo al momento della visita in ospedale, ma anche tra una visita e l’altra. “Sono state coordinate da AIOM e dal dr. Massimo Di Maio le nuove linee guida ESMO sull’utilizzo sui “Patient-reported Outcomes”, importanti per i pazienti sia nella ricerca sia nella pratica clinica per fare in modo che sia il paziente a segnalare in prima persona gi effetti collaterali, le tossicità, le difficoltà che sono legati ai trattamenti terapeutici che sta seguendo con la malattia tumorale. Le associazioni dei pazienti hanno dato un contributo importante a questo lavoro – commenta Elisabetta Iannelli, segretario nazionale FAVO – inclusa l’accordo con il National Cancer Institute anglosassone per la traduzione e validazione dei dati nella ricerca clinica. È importante che questi report siano utilizzati anche nella pratica quotidiana, per dare realmente voce ai pazienti con il racconto delle reali difficoltà che incontra con i trattamenti antineoplastici, anziché attraverso informazioni mediate dal medico.” Avv. Elisabetta Iannelli – Segretario generale F.A.V.O

ENDOCRINOLOGIA Acromegalia in maternità. Sono oltre 300 i parti favorevoli.
L'acromegalia è una malattia rara causata dall'eccessiva produzione dell'ormone della crescita, conosciuto anche come GH (acronimo dall’inglese Growth Hormone), in età adulta. “Fino a 15-20 anni fa era impensabile che una donna affetta da acromegalia, potesse avviare una maternità.” Lo afferma il dr. Massimo Poggi dell’endocrinologia dell’Ospedale Universitario Sant’Andrea di Roma. “Invece le nuove tecniche neurochirurgiche, la possibilità di ricorre a farmaci innovativi che possono agire sulla malattia a vari livelli, portano ad un miglioramento della qualità di vita della paziente con tumore ipofisario, spesso anche senza bisogno di seguire una terapia durante i trimestri di gravidanza. Da sottolineare come sia indispensabile un’ottima comunicazione tra il medico e la coppia, al fine di programmare una gravidanza che non sia un evento inatteso, con il controllo della malattia. dr. Maurizio Poggi – Endocrinologia - A.O.U. Sant’Andrea (Roma)

|
|
|
|