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Venerdì 16 Dicembre 2022 |
Buongiorno dalla redazione di Medlinetv, la TV via internet dedicata ai medici specialisti. Questa settimana aggiornamenti, speciali, interviste, commenti e casi clinici.
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ENDOCRINOLOGIACalcitonina, principale marker del raro tumore midollare della tiroide (MTC).
La calcitonina, ormone peptidico delle cellule C e responsabile della regolazione dei livelli ematici del calcio tramite l'inibizione del riassorbimento osseo, ci permette di diagnosticare precocemente il tumore. “Questo ormone presenta però dei limiti – spiega la dr.ssa Simona Censi, UOC Endocrinologia – AUOP Ospedale Università di Padova. La presenza di calcitonina può aumentare infatti anche per altre cause, alcune fisiologiche, come nel maschio o in età neonatale, per l’assunzione di alcol, fumo di sigaretta o farmaci come gli inibitori di pompa protonica o ancora in patologie tiroidee extra MTC. Si debbono quindi inizialmente escludere le eventuali cause secondarie attraverso una buona anamnesi remota, si richiederà quindi un test di stimolo con calcio gluconato dove le cellule C della tiroide risponderanno nell’ MTC con uno stimolo acuto di calcio mediante appunto la produzione elevata di calcitonina. Una seconda opzione è la ricerca di calcitonina dall’eluato del nodulo tiroideo e una terza opzione è data dalla “wait & see strategy” citata da diversi autori, in presenza di valori bassi. Dr.ssa Simona Censi – UOC Endocrinologia – AUOP Ospedale Università di Padova
 GINECOLOGIAStress del microbiota, i nemici del pavimento pelvico.
L’intestino gioca un ruolo molto importante sulle patologie del pavimento pelvico, sia urologiche che ginecologiche, avvolgendo naturalmente gli organi uro-ginecologici. Come ormai noto, l’intestino contiene la quasi totalità del microbiota umano, una quantità di germi enorme, oltre un chilo e mezzo di batteri e funghi, quasi a contatto con questi organi. “Se le membrane dell’intestino, della vulva, dell’apparato urologico sono perfette – spiega Vincenzo Stanghellini, professore di Medicina interna all’ Università di Bologna - non c’è problema ma se interviene ad esempio una gastroenterite infettiva o uno stress molto forte, si modifica la capacità di impermeabilità della mucosa c’è il rischio della traslocazione batterica ed il passaggio è inevitabile. Ed ecco quindi le cistiti di origine intestinali, che sono oltre l’80%. La cura antibiotica che il medico prescriverà per la cistite produrrà come conseguenza funghi e miceti a livello vaginale e con essi infiammazioni croniche della vescica, cistiti interstiziali, vaginiti ricorrenti, vestibolite, dolore pelvico. Spesso il medico – conclude Stanghellini - vede solo la punta dell’iceberg della patologia. La paziente dovrà invece essere ripresa nella sua storia di patologia ignorata magari per decenni, si dovrà curare adeguatamente l’intestino, la barriera intestinale ed impedire che ci sia questa invasione di germi nel pavimento pelvico e solo dopo curare l’infiammazione urinaria, vestibolo vulvare. Prof. Vincenzo Stanghellini – Medicina interna – Università di Bologna

ONCOLOGIA Colangiocarcinoma e medicina di precisione
L’oncologia di precisione nel colangiocarcinoma è un aspetto importantissimo, nello sviluppo delle cure degli ultimi anni, commenta la prof.ssa Lorenza Rimassa, oncologia medica dell’Humanitas Research Hospital di Milano. I colangiocarcinomi sono tumori rari altamente maligni che, secondo i dati AIOM, nel 2020 in Italia, rappresentano circa l’1,2% del totale dei tumori diagnosticati negli uomini e l’1,7% nelle donne, con una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi che si ferma al 17% negli uomini e al 15% nelle donne. Il colangiocarcinoma è dunque una patologia rara, a bassa incidenza, anche se negli ultimi tempi è in aumento nei paesi occidentali il tumore intraepatico. Il trattamento sino ad ora era con sola chemioterapia. Oggi sappiamo – spiega Rimassa - che il colangiocarcinoma non è una patologia “unica” ma con diverse forme: intraepatiche, extraepatiche (peristaltici, distali), colecistici e ampolla di Vater. A queste diverse sedi di patologia corrispondono diverse modificazioni molecolari e fino al 45% dei pazienti con colangiocarcinoma può essere colpito con farmaci target. Tra queste mutazioni le più frequenti sono le traslocazioni di FGFR2 nelle forme intraepatiche, oggi curabili con pemigatinib, un inibitore di FGFR2, che ha dimostrato di offrire un importante beneficio in termini di risposte obiettive, cioè di riduzione delle dimensioni del tumore, nel 37% dei pazienti. Inoltre, ha evidenziato una sopravvivenza mediana di quasi un anno e mezzo (17,5 mesi). Prof.ssa Lorenza Rimassa – Oncologia medica - Humanitas Research Hospital - Milano

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