|
|
|
|
Venerdì 4 Novembre 2022 |
Buongiorno dalla redazione di Medlinetv, la TV via internet dedicata ai medici specialisti. Questa settimana aggiornamenti, speciali, interviste, commenti e casi clinici.
|
|
SPECIALIÈ disponibile ora anche in Italia “budesonide” in compresse orodispersibili.
È l’unica terapia approvata per il trattamento dell’esofagite eosinofila che ha dimostrato in ampi studi clinici tassi convincenti di remissione, sia nella terapia di induzione sia in quella di mantenimento con una buona tollerabilità. L’esofagite eosinofila (EoE) ad oggi è ancora considerata una malattia rara, anche se gli ultimi dati di una metanalisi hanno mostrato una prevalenza complessiva di EoE di 22,7/100.000 abitanti con tassi più alti negli adulti (43,4/100.000) rispetto ai bambini (29,5/100.000). La malattia non trattata può portare a rimodellamento esofageo, rigidità e stenosi del viscere; pertanto, serve un adeguato inquadramento diagnostico e terapeutico. “I criteri diagnostici comprendono la presenza di sintomi esofagei quali la disfagia e l’arresto del bolo alimentare negli adulti e l’intolleranza alimentare e i sintomi da reflusso, l’infiltrazione eosinofila per campo ad alto ingrandimento nel tessuto esofageo e l’esclusione di altre cause di eosinofilia esofagea” - spiega Edoardo Vincenzo Savarino, Professore Associato di Gastroenterologia - DISCOG Università di Padova. “Per una corretta diagnosi della patologia deve essere eseguita una esofagogastroduodenoscopia (EGDS) con biopsie.” Prof. Edoardo V. Savarino - Gastroenterologia - DISCOG Università di Padova
GINECOLOGIA ONCOLOGIA Vaccino anti HPV: sicuro e per tutti sino ai 50 anni.
“Il concetto di prevenzione del carcinoma dell’utero si è evoluto negli ultimi anni. Fare prevenzione - spiega Massimo Origoni, professore dell’oncologia preventiva Università Vita-Salute S. Raffaele di Milano - vuol dire informare il soggetto dei dettagli e rischi a cui si sottopone. Oggi abbiamo una serie di informazioni dettagliate su quali siano i soggetti a rischio, sui fattori di rischio ai quali si arriva con una determinata lesione. Le nozioni che abbiamo ci dicono che è il fattore necessario alla trasformazione neoplastica sul collo dell’utero. Abbiamo inoltre informazioni su quale tipo di HPV interagisce con quella singola paziente, se quella singola paziente riesce a liberarsi del virus, alla “clearence”, con un sistema immunitari molto efficace. Va ricordato che essere positivi all’ virus del papilloma non vuol dire avere la malattia, ma significa avere una certa quota di rischio, variabile secondo le caratteristiche dell’individuo stesso. Inoltre il vaccino – conclude Origoni per chi è già stato positivo, ha una efficacia notevole, riducendo in maniera significativa il rischio di reinfezione ma facilita addirittura l’eliminazione del virus con cui la paziente è venuta in contatto. I dati sui vaccini ci confermano che oggi è efficace non solo sugli adolescenti, femmine e maschi, ma anche sugli adulti sino ai 50 anni.” Prof. Massimo Origoni - Oncologia preventiva Università Vita-Salute S. Raffaele di Milano
|
|
|
|