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Lunedì 11 marzo 2022 |
Buongiorno dalla redazione di Medlinetv, la TV via internet dedicata ai medici specialisti. Questa settimana aggiornamenti, speciali, interviste, commenti e casi clinici. |
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ONCOLOGIA Novità in tema di prevenzione HPV: vaccino per uomo e donna sino a 45 anni e screening cervicale dai 30 anni.
“La buona notizia di quest’anno è che in Italia è stata approvata la vaccinazione contro l’HPV per femmine e maschi dai 12 ai 45 anni – dichiara Eleonora Preti, esperta nelle patologie HPV-correlate dell’Unità di Ginecologia Preventiva dello IEO. Se questa ampia popolazione aderisse in massa alla campagna vaccinale, potremo allinearci all’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: portare la mortalità per tumore del collo dell’utero sotto la soglia di 4 donne ogni 100.000 entro il 2030 e l’abbassamento di tutti i tumori HPV correlati: distretti orale, anale e, anche se in minima parte, urologica del pene. Inoltre da poco è stata dichiarata una modifica dello screening femminile: le donne che si sono vaccinate a 12 anni parteciperanno ad uno screening dai 30 anni con il solo “HPV test”, in quanto il rischio di sviluppare una lesione entro questa età è praticamente zero”. D.ssa Eleonora Preti - Unità di Ginecologia Preventiva IEO
SPECIALI (NEUROLOGIA)Ancora allarme burneout. Tra le cause: depressione e sonno. Ed essere visti prima come “eroi” e poi “complici” di Big-pharma.
“Durante il lockdown”, spiega il Piero Barbanti, docente di Neurologia presso l’Università IRCCS San Raffaele di Roma, “è aumentato il “burneout”, ovvero l’esaurimento psicofisico del soggetto legato al lavoro, perché, alle normali situazioni che lo determinano, si sono aggiunte modalità lavorative stressanti come il lavoro agile, il telelavoro e la mancanza delle relazioni umane tangibili.” Inoltre medici ed infermieri, prima osannati come “eroi” sono stati in seguito al centro di aggressioni e accuse di complicità con “Big-pharm” sul tema vaccini. “Questo ha provocato”, conclude Barbanti, “l’aumento di sintomi come insonnia, ansia, depressione che in alcuni casi si sono rifugiati nell’abuso di alcol e caffè. Principale fonte di stress la salute (durante la seconda ondata, nel novembre 2020), e il lavoro per gli adulti (soprattutto per gli uomini di mezza età) e lo studio per i più giovani (34,3% vs 24,7% nel 2020). Fonte Human Research per Assosalute.. Piero Barbanti, docente di Neurologia - Università IRCCS San Raffaele (Roma)
SPECIALI (REUMATOLOGIA) Studio GALAXI 1 di fase 2: adulti con malattia di Crohn remissione clinica e senza corticosteroidi in 48 settimane con guselkumab.Presentati da Janssen al 17° Congresso dell'Organizzazione europea di Crohn e colite (ECCO), (16 - 19 febbraio 2022) i risultati dello studio GALAXI 1.I nuovi dati dello studio di fase 2 a lungo termine mostrano che le percentuali di pazienti che hanno raggiunto la remissione clinica variavano dal 57,4 al 73% in tre gruppi di dosaggio di guselkumab. La maggior parte dei pazienti in remissione clinica era anche in remissione senza corticosteroidi con tassi che andavano dal 55,7 al 71,4%.Lo studio mostra che la maggior parte degli adulti con malattia di Crohn (CD) attiva da moderata a grave, che sono stati trattati con TREMFYA®▼ (guselkumab) hanno raggiunto la remissione clinica (indice di attività della malattia di Crohn [CDAI]<150) alla settimana 48.I risultati della settimana 48 mostrano anche la maggior parte (55,7-71,4%) dei pazienti che hanno raggiunto la remissione clinica con guselkumab erano privi di trattamento con corticosteroidi."Questi dati GALAXI 1 a 48 settimane rappresentano un passo importante nello sviluppo di guselkumab", ha affermato l'autore dello studio, il professor Silvio Danese, Direttore Gastroenterologia ed Endoscopia, IRCCS Ospedale San Raffaele e Università Vita-Salute San Raffaele, Milano. "Inoltre, la remissione è realizzabile senza corticosteroidi, il che è importante poiché evitare l'uso di steroidi a lungo termine è determinante nel trattamento di questi pazienti".Prof. Silvio Danese - Direttore Gastroenterologia ed Endoscopia, IRCCS Ospedale San Raffaele Milano
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