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Venerdì 11 febbraio 2022 |
Buongiorno dalla redazione di Medlinetv, la TV via internet dedicata ai medici specialisti. Questa settimana aggiornamenti, speciali, interviste, commenti e casi clinici. |
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CARDIOLOGIA Angioplastica carotidea per via radiale. Approccio femorale e radiale a confronto.
Come è noto, tradizionalmente l’angioplastica della carotide veniva eseguita dalla via femorale. “Con l’esperienza ci siamo accorti che alcune anatomie dell’arco aortico e delle origini delle arterie carotidi possono rendere questo intervento difficoltoso, con possibilità di complicazioni ed eventi avversi” – riporta il prof. Piero Montorsi, Responsabile dell’Unità di Cardiologia invasiva 2 del Centro Cardiologico Monzino (Mi) e Ordinario di Cardiologia all’Università degli Studi di Milano. “Abbiamo deciso di valutare, quindi, un’alternativa: l’approccio radiale destro, via familiare a noi cardiologi poiché quasi tutte le procedure di interventistica coronarica vengono effettuate attraverso l’arteria radiale. Al Monzino questo approccio è diventato di comune indicazione: abbiamo accumulato oltre 500 casi con risultati ottimi, sovrapponibili e – in casi di anatomia sfavorevoli – migliori rispetto alla via femorale. Degli oltre 100 interventi di angioplastica carotidea di quest’anno, quasi l’80% è stato eseguito dall’arteria radiale destra. Tra i vantaggi, ovviamente vi sono quelli già sperimentati con le angioplastiche coronariche: è più facile pungere e chiudere l’arteria con un rischio di sanguinamento, di ematomi e di trasfusioni praticamente irrisorio”. Prof. Piero Montorsi – Responsabile Unità di Cardiologia invasiva 2, Centro Cardiologico Monzino (Mi)
GINECOLOGIA Congresso Nazionale SIGO-AOGOI-AGUI-AGITE 2021. Gestione delle emergenze ostetriche. Emorragia post-partum.In Italia ogni anno circa 50 donne, su più di 400 mila, perdono la vita a causa di gravi complicanze del parto. “Oggi abbiamo la possibilità di impedire che questo succeda, ma con un grosso investimento di risorse” – evidenzia il dott. Claudio Crescini, Vice Presidente AOGOI - ‘Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani’ e Condirettore del Gruppo GEO - ‘Gruppo Emergenze Ostetriche’. “È necessario avere a disposizione sangue, farmaci e, soprattutto, dei Team formati per affrontare emergenze e complicanze – molto rare – in sala parto. Un medico può trovarsi di fronte ad una grave complicazione, quale un’emorragia post-partum, una volta all’anno, ogni sei mesi. Diventa perciò difficile affrontare al meglio un evento a cui non si assiste di frequente. Uno dei sistemi in uso da anni in tutto il mondo, ormai diffuso anche in Italia, è la simulazione. Tramite un manichino si finge che ci sia una donna con emorragia, ad esempio, e si mettono in atto tutte le manovre e tecniche necessarie per fronteggiare la problematica ed essere pronti in caso di emergenza. Questo consente di ridurre il rischio di gravi conseguenze per queste complicanze. Vi sono circa 10 casi l’anno di decesso per emorragia post-partum e vogliamo azzerare tale numero”.Dott. Claudio Crescini – Vice Presidente AOGOI - Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani
ONCOLOGIACarcinoma polmonare non a piccole cellule. Autorizzazione condizionata per Amivantamab. L’EMA - ‘European Medicines Agency’ ha dato all’Azienda farmaceutica Janssen l’approvazione all’immissione in commercio condizionata per Amivantamab, primo trattamento per tumore al polmone non a piccole cellule avanzato EGFR-mutato con inserzione dell’esone 20. “Amivantamab è indicato per pazienti precedentemente trattati in prima linea con chemioterapici a base di platino” – specifica il dott. Antonio Passaro, Divisione di Oncologia Toracica dello IEO - Istituto Europeo di Oncologia (Mi). “Questa approvazione è un grande passo in avanti per le persone affette da carcinoma polmonare con tale alterazione. Fino a ieri la sopravvivenza a 5 anni di questi pazienti era molto limitata; dal punto di vista terapeutico potevano godere esclusivamente di farmaci chemioterapici standard, che non avevano una grande affinità molecolare con questo tipo di mutazione”. Illustra il dottore: “i risultati dello Studio di fase 1 CHRYSALIS, all’interno del quale sono stati inclusi pazienti trattati in monoterapia con Amivantamab, hanno evidenziato dei miglioramenti significativi: una sopravvivenza mediana libera da progressione di 8.3 mesi, un tasso di risposta superiore al 40% ed un profilo di tossicità in linea con i farmaci molecolari già noti”.Dott. Antonio Passaro – Divisione di Oncologia Toracica, IEO - Istituto Europeo di Oncologia (Mi)
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