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Venerdì 28 gennaio 2022 |
Buongiorno dalla redazione di Medlinetv, la TV via internet dedicata ai medici specialisti. Questa settimana aggiornamenti, speciali, interviste, commenti e casi clinici. |
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ENDOCRINOLOGIA 20° Congresso Nazionale AME. Terapia sequenziale nell’osteoporosi. Romosozumab in arrivo nel 2022.
“Nei pazienti a rischio frattura molto alto è opportuno cominciare sempre con un trattamento per due anni con Teriparatide, unico farmaco anabolico attualmente disponibile in Italia” – ricorda il dott. Gregorio Guabello, Endocrinologo presso l’Ambulatorio di Patologia osteo-metabolica dell’Istituto Ortopedico Galeazzi (Mi) e di Endocrinologia oncologica dell’Ospedale San Raffaele (Mi). “In seguito, tutte le Linee Guida e le evidenze della letteratura indicano di optare per una terapia anti-riassorbitiva”. Tuttavia, precisa il dottore: “può capitare di doverla interrompere e passare all’anabolica. Ciò si verifica quando il paziente, nonostante l’aderenza terapeutica, sviluppa una o due fratture da fragilità oppure ha un calo di massa ossea superiore o uguale al 5% calcolato su due DEXA, con una distanza temporale di almeno 24 mesi. Gli studi hanno dimostrato che, nei primi mesi di transizione dal trattamento anti-riassorbitivo a Teriparatide, si verifica un calo temporaneo della massa ossea a livello femorale. Per evitare questo, in determinati casi è valutabile una terapia combinata”. E annuncia: “a metà del 2022 uscirà sul mercato italiano Romosozumab, nuovo farmaco anabolico già disponibile negli Stati Uniti per la pratica clinica”. Dott. Gregorio Guabello – Patologia osteo-metabolica Istituto Ortopedico Galeazzi (Mi), Endocrinologia oncologica Ospedale San Raffaele (Mi)
GINECOLOGIA Congresso Nazionale SIGO-AOGOI-AGUI-AGITE 2021. Calo delle nascite e gravidanza in età avanzata rispetto al passato.Indubbiamente, uno dei temi più dibattuti in ambito ginecologico ed ostetrico è la costante diminuzione del numero di nati verificatasi nell’ultimo decennio in Italia. “Dopo un periodo di crescita negli anni 2000, connesso a fenomeni migratori, osserviamo ora una riduzione delle nascite” – conferma il prof. Fabio Parazzini, Docente di Ginecologia e Ostetricia all’Università degli Studi di Milano. “Questo fenomeno si è acuito a causa della pandemia da Covid-19 che ha comportato, ad esempio, la chiusura dei Centri di PMA e una minor ricerca di gravidanze. Nei prossimi anni – ormai lontani dal periodo storico del ‘baby boom’ – avremo sempre meno donne in età fertile e, a parità di numero medio di figli per donna, sarà inevitabile un calo dei nuovi nati”. Un’altra questione rilevante è l’avanzamento dell’età in cui oggi, tendenzialmente, si cerca di concepire. Di conseguenza, sottolinea il professore: “trattando gravidanze più rischiose e più associate a patologia, dobbiamo senz’altro assicurarci che le Unità Operative di Ostetricia siano adatte a gestire situazioni ad alto rischio e in grado di affrontare le alte complessità. Inoltre, sarebbe necessaria una maggior attenzione, non soltanto ospedaliera ma anche territoriale, a tali problematiche”.Prof. Fabio Parazzini – Docente di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi di Milano
SPECIALIRicerca biomedica. Fondamentale la sinergia tra pubblico e privato.‘La ricerca biomedica e il rapporto pubblico-privato’ è il titolo della seconda edizione del Libro Bianco per la ricerca promosso da FADOI - Società Scientifica di Medicina Interna e da Fondazione Roche. “I medici internisti hanno assistito oltre il 70% dei pazienti ricoverati per Covid-19 e, allo stesso tempo, FADOI ha continuato a svolgere una grande attività di ricerca scientifica, prevalentemente di tipo traslazionale” – afferma il prof. Dario Manfellotto, Presidente Nazionale FADOI. “È importante che la ricerca venga sostenuta anche dal settore privato poiché il Servizio Sanitario non è finanziato in modo adeguato dallo Stato. Affinché la ricerca possa andare avanti è nell’interesse di tutti – e del Servizio Sanitario Nazionale – che il privato intervenga”. Evidenzia il prof. Marco Vignetti, Presidente Fondazione GIMEMA Onlus - Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto:“il contributo del finanziamento privato alla ricerca pubblica è storico; sono ormai 20/30 anni che questo accade in Italia. Dobbiamo esserne consapevoli e comprendere che la ricerca, a vantaggio del paziente, deve essere il risultato di un’alleanza tra tutte le forze in campo per mettere a punto nuovi percorsi diagnostici e terapeutici, offrire servizi innovativi”.Prof. Dario Manfellotto – Presidente Nazionale FADOI - Società Scientifica di Medicina InternaProf. Marco Vignetti – Presidente Fondazione GIMEMA Onlus - Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto
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