MedlineTv – I video di questa settimana: Dermatologia – Oncologia – PNRR
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L’approvazione in Italia del primo farmaco antitumorale con indicazione agnostica, Larotrectinib, ha rappresentato una svolta nell’evoluzione delle terapie target in oncologia. “Si tratta di un farmaco che agisce su una specifica alterazione molecolare: il riarrangiamento dei geni NTRK” – esplica il dott. Carmine Pinto, Direttore Oncologia Medica Comprehensive Cancer Centre AUSL-IRCCS Reggio Emilia e Presidente FICOG (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups). “Questa fusione genica è da ricercare in tumori rari come il fibrosarcoma infantile, il nefroma mesoblastico congenito, il carcinoma secretorio della mammella e i carcinomi delle ghiandole salivarie. Altre situazioni, in cui questa alterazione molecolare è poco frequente, andranno valutate caso per caso dai gruppi multidisciplinari. Tre studi di fase I/II hanno coinvolto più di 200 pazienti con 20 diversi tipi di tumori e dimostrato un tasso di risposta globale del 75%, con il 22% di risposte complete. La durata della risposta mediana è stata di quasi 50 mesi e a tre anni il 77% dei pazienti era ancora in vita. In conclusione, oggi con Larotrectinib abbiamo a disposizione un trattamento molto attivo con una bassa tossicità che consente un comprovato miglioramento della qualità di vita”.
“Il Covid-19 ha impattato in maniera devastante sul già depauperato Sistema Sanitario italiano” – evidenzia il prof. Walter Ricciardi, Presidente World Federation of Public Health Association e Consulente del Ministro della Salute Roberto Speranza. "Il virus ha sostanzialmente infierito su un sistema già ‘debilitato’ e se abbiamo resistito è stato soprattutto grazie all’abnegazione degli operatori sanitari. La lezione però deve essere imparata per il futuro: se non correggeremo gli squilibri maturati in tanti anni avremo grossi problemi, non solo per quanto concerne la pandemia ma anche per le cosiddette ‘malattie normali’. È venuto quindi il momento per una riforma strutturale, per investire nella Sanità”. Aggiunge il professore: “una criticità da affrontare è sicuramente la palese diseguaglianza tra le Regioni. Ci sono 21 Sistemi Sanitari diversi e purtroppo molti non riescono nemmeno a garantire i livelli minimi di assistenza. È chiaro che ciò sia inaccettabile; tuttavia, come modificare tale situazione rappresenta un problema. Di fatto, sarebbe necessario modificare la Costituzione: operazione difficile da mettere in atto. Di conseguenza, ci vorrebbe un accordo di buona volontà tra Stato e Regioni per ridisegnare la governance della Sanità italiana”.